venerdì 22 novembre 2013


 

Dopo il successo riscosso nel 2012 riproponiamo la stessa avventura. Uno stravagante viaggio attraverso la fantasia di Joseph Zotter. La creatività e l'impegno di un esperto cioccolatiere,  le materie prime ricercate nei mercati equo e solidali del mondo, gli acquisti direttamente presso gli agricoltori. Una straordinaria fabbrica lungo i pendi di una collina  profumata al cacao, mucche al pascolo che ascoltano Mozart per rendere il latte più buono, grandi trasparenze per osservare una gestione in lean, una struttura mentale giocosa e colorata che poggia su radici imprenditoriali visionarie. Ecco il progetto di Joseph Zotter! Venire per credere .... altro che Willy Wonka  ...... qui parliamo di business excellence trasformatasi in fontane di cioccolato. 

martedì 29 ottobre 2013

Halloween - Samhain, Samhuinn, Sauin

Tra qualche giorno si celebra Halloween ma molte persone in realtà non ne conoscono le origini, il perché viene celebrata e soprattutto quali aspetti spirituali sono legati a questo momento dell'anno. Samhain in gaelico Irlandese o Samhuinn nel gaelico Scozzese, Sauin del gaelico appartenente all'Isola di Man. Celebrazione legata al culto della terra ed al cambio delle stagioni, per i popoli ancestrali del nord europa (celti) Samhain, Samhuinn o Sauin era strettamente correlato all'ultimo dei raccolti, alla fine di un anno laborioso ed all'inizio di un nuovo anno propiziatorio. una particolare attenzione va prestata alla parola Sidhe (oltremondo ma anche vento). in questo momento dell'anno in cui la natura si mette a riposo e gli uomini della terra (intesi come agricoltori) hanno stipato le messi per superare il rigido inverno ... ecco che giunge Samhain ... per riportare la quiete interiore, per ricordare i propri morti e per scandire questo cambio di stagioni. Il sottile velo invisibile tra questo mondo e tra lo Sidhe si alza per permettere ai due l'incontro. Personalmente ritengo che questo periodo dell'anno sia quello più bello, la natura stessa ci invita a coglierne tutte le sfumature più intense prima di affidarci  il suo bianco candore ed il silenzio che viene con esso. Happy Halloween my friends, sereno Samhain. Thea



domenica 6 ottobre 2013

melancholies d'autunno





Quando arriva Ottobre succede qualcosa di profondo. Mi viene la nostalgia!  Non una nostalgia semplice da soddisfare tipo la nostalgia per il Chai Tea Latte di Starbucks oppure la nostalgia per  "Il posto delle fragole".  Mi viene la nostalgia, ma ancora più profonda della nostalgia stessa ... mi viene la melancholia. Ho voglia di tornare a casa! 
Sembra una cosa facile tornare a casa ma non quando le tue case sono il mondo. Non quando hai vissuto la tua infanzia tra Long Island, New York - Vienna, Austria - Damascus, Syria ed il medio oriente in genere e l'autunno di una infanzia spensierata trascorso ad Amsterdam, The Netherlands in una casa occupata da giovani studenti universitari ed in ultima, ma non per ultimo il cuore della bretagna da Brest sino a Saint Malo - la Cote Sauvage con le sue maree e gli anfratti dove ritirarsi solitari e nel più profondo silenzio nelle notti di luna piena.
In Autumn tutto riaffiora.  Le passeggiata tra distese di foglie rosse ed arancioni sul selciato dinanzi casa a New York, il carretto di ferro rosso regalatoci da mio papà che tiravamo a vicenda mia sorella ed io, i trick or treat assieme ai bimbi del viale, i parchi viennesi tinteggiati dalle tonalità del rosso scuro e del marrone,  al mercatino delle pulci avvolte in grosse sciarpe di lana per non prendere freddo, la città di Damasco con i suoi profumi intensi ed i colori della paletta del arancione trasformati in tantissime spezie e poi e poi .. i canali di Amsterdam con le loro house-boats; ogni raffica di vento gelido un inchino ai passanti e i pannekoekers alle mele che profumavano le vie di alberi oramai spogli e poi, quei rari viaggi in Italia per incontrare i nonni e gli zii ... l'autunno rimane sempre lì con gli alchechengi della nonna Maria, le fitte nebbie ed il profumo del mosto che quasi ogni contadino lasciava fermentare in cantina. 
Ecco perché l'autunno per me è casa.  E' il bisogno impellente di tornare a casa, di trovare la mia casa in ogni angolo di mondo laddove ho lasciato un pezzo del mio cuore.
Il villaggio dove vivo attualmente non soddisfa questi bisogni; le sue dimensioni non corrispondono che ad un minuscolo quartiere di New York, le sue genti spesso non comprendono il senso della multiculturalità, meltin' pot - salad bowl non sono che un calderone ed una insalatiera ma io, e molti come me ... i figli e le figlie della terza cultura ... mia sorella .... la maggioranza delle persone che lavorano con me ... conoscono a fondo ... nel profondo del cuore, cosa significa riconoscere nel vento i profumi di casa ed inseguirli ad ogni passo.
Questi profumi io li sento in Autumn, in autunno. Questi profumi di foglie secche bagnate dalla pioggia, di muschio, di funghi porcini e di tartufo, di cannella e di mele speziate, di pumpkin pie. Questi colori che mi prendono lo stomaco, che mi scombussolano dentro e fuori come un calzino rovesciato più volte nel tentativo di trovare quel buchino invisibile; l'arancione delle zucche, il carminio, il marrone bruciato, il verde muschio, il giallo degli ultimi peperoni ed  infine il vento, quel inesorabile vento che spazza le coste bretoni e che io amo profondamente. Quel vento che per poterlo affrontare ti devi piegare tutta in avanti tenendo il berretto ben calato sulla fronte e la sciarpa stretta intorno al collo altrimenti il vento ... quel tuo amico giocherellone te li porterà via.


per chi volesse approfondire l'argomento dei figli e delle figlie della terza cultura ... 3CK o TCK per definirci = Third Culture Kids.


thea


venerdì 4 ottobre 2013

un anno lungo 11 mesi

Per noi l'anno inizia in settembre e finisce a luglio ... é un anno lungo 11 mesi ... siamo diversi anche in questo ... soli 11 mesi per cavalcare la cresta dell'onda, per "battere il ferro finché é caldo".
Rientrati dalle ferie dopo aver trascorso 3 settimane tra borghi medievali, colline, cinque terre e sinuose stradine nella val d'orcia lasciandoci regolarmente coinvolgere dalle e-mail che come il ticchettio di un orologio svizzero s'appoggiavano sul cellulare,  eccoci dunque una volta ancora in aula, eccoci ordunque a narrare la nostra storia, 6 anni, su questo schermo che molto assomiglia ad un foglio iridescente.
L'equinozio è trascorso e con se ha portato non solo foglie caduche ma anche cornucopie ricolme di nuovi studenti. Mai ci saremo aspettati che così tante persone; giovani e di mezza età, ragazzini ed anziani, sentissero il bisogno di crescere ulteriormente lungo il cammin di  propria vita.
Siamo già in ottobre, questa sera fa piuttosto fresco, così talmente fresco da invitarmi ad accendere la stufa che però non accenderò perché il mio rituale di accensione è il primo di novembre. Sino ad allora la stufa a legna tacerà  ed il calore non inviterà i gatti a dormire sornioni lungo lo schienale del divano di casa (per non dire dell'Ikea :)).
Ladies and Gents, Lads and Lasses ... sebbene la stufa rimarrà in silenzio per un mesetto ancora e sebbene la legna non arda questa sera ... voglio cogliere l'occasione per dare a tutti i nuovi allievi ed alle nuove allieve un caloroso benvenuto ... che questi percorsi formativi che avete intrapreso, ognuna ed ognuno per le proprie ragioni, siano di supporto e di stimolo quasi un trampolino di lancio per realizzare i vostri sogni e per raggiungere anche le più irraggiungibili delle vostre aspirazioni.


sabato 27 luglio 2013

il post evento




Ci sono voluti alcuni giorni per comprendere a fondo la serata, e sicuramente ce ne vorranno molti altri per riuscire a riprenderci da una particolare stanchezza che solo pochi potranno dire di conoscere. Una stanchezza che nasce dal fermento di nuove idee, da infiniti giorni di eterna euforia e da una energia interiore che si può concretizzare con una immagine; le pale che girano...nel vento e nell'acqua...per produrre...occhi esterni non sanno ancora cosa...ma dentro a quei mulini tutto si muove...anche i più piccoli ingranaggi.

L'evento per noi ebbe inizio 12 mesi fa quando leggemmo  il libro di GROM e pensammo che una serata con chi faceva il gelato più buono del  mondo sarebbe stata illuminante. L'evento ebbe inizio  quando vedemmo la pagnotta in lievitazione infilata tra il portone ed i gradini di pietra bianca di Vicenza che davano sul giardino di Villa Favorita. Un pagnotta ESMACH che fungeva da ferma-porta e che più lievitava, più creava una barriere resistente alla fresca corrente d'aria di questa primavera. La serata nasceva nei pensieri mentre Angiolino Maule di VINNATUR ci parlava dei suoi sogni con le mani piene di grappoli d'uva ed un calice di vino sul grande tavolo in legno della sua cucina mentre Rosamaria preparava la cena,  anch'ella ascoltando ogni parola d'amore del lavoro di suo marito come se mai le avesse sentite prima. Ed infine, ma mai per ultimo proprio per esperienza e passione e stile Alberto Zamperla di ZAMPERLA SPA che di visioni ne ebbe tante e tante ancora ne avrà perché solo chi vede lontano come vede lui, e solo chi mette in gioco la propria passione e la conoscenza, l'esperienza ed il know-how ogni giorno, giorno dopo giorno può costruire dei mulini a vento grandi, ma così grande da sfiorare i continenti del mondo. Ogni giro di pale un nuovo successo, ogni soffio di vento una novità ed ogni momento di stallo una pausa di riflessione per riprendere tra le mani nuovi progetti e nuove visioni ancora ed ancora come macina dopo  macina il mugnaio riempie i sacchi di juta di farina.

Il 23 luglio tutto fu dalla nostra parte, persino una luna piena nel cielo che attraverso i pini secolari della VILLA CECCATO creava un sogno tutto suo; una tavola rotonda con quattro persone di fama internazionale con lo sfondo di una grossa e misteriosa sfera più grande di una affresco del Giorgione. Quattro Italiani che con una volontà di ferro ed uno spirito di sacrificio pur giocando e divertendosi tra vigne, pizze, gelati e giostre han voluto e saputo fare la differenza nel mondo.

E' da loro che traggo il mio esempio. E' da Alberto Zamperla, da Angiolino Maule, da Federico Grom che vestono gli abiti degli entrepreneurs e dello stile tutto Italiano della qualità e della passione, e di Luciano Delpozzo che da manager ha voluto fare la differenza nella azienda dove egli lavora,  che guardo verso il futuro con occhi più grandi e più curiosi perché so, e loro me lo hanno confermato l'altra sera, che con poche parole e molti fatti, con l'umiltà e la semplicità, con una determinazione inarrestabile, con una qualità inconfondibile ed anche con un po di fortuna (le due CC di Federico  - chi non cogliesse questo acronimo può liberamente cercarlo nel libro "Storia di una amicizia, qualche gelato e molti fiori") si può fare la differenza in ogni campo ed in ogni settore, professionalmente così come nella vita privata.

E se ora vi fossero anche persone dubbiose o insoddisfatte di tale racconto, vi chiedo gentilmente di volgervi direttamente ai siti internet delle azienda interpellate dove la parola costanza si legge e si respira in ogni pagina.


Ringraziamo nuovamente con profondo rispetto e di cuore Alberto Zamperla che con grande disinvoltura colse nel segno la serata pungolando il pubblico con una semplice parola "innovazione". Ringrazio Angiolino Maule per la semplicità del suo spirito contadino con una mente grande così che non si può racchiudere in parole se non "se si vuole veramente, si può". Ringrazio Luciano Delpozzo per averci ragguagliati  sulla panificazione di giorno che permetterà ai panettieri che verranno di godersi il riposo della vita notturna, ed infine ma non per ultimo ringrazio Federico Grom per la chiarezza ed il sorriso con cui egli si volse al pubblico diffondendo ancora speranza.

Un ringraziamento d'obbligo va anche a Marco di Usobio, a Francesco ed Erica di Arkè, a Silvia che ha guidato il camion frigorifero pieno di gelati Grom , a Flavio, Enrico, Magdalena, Alessia, Lisa e Guido di Active Languages perché senza di loro mi sarei persa nei corridoi di un labirinto di cose da fare, ad Irina, Sheila, Sandra e Simone C. per aver portato la loro felicità, alla fotografa Denise Ferrari per gli istanti nel tempo, a Giulia, Marco e Simone per la logistica, allo Studio Deca sas e Studio Deca Associati per averci prestato cento sedie,  al Ing. Pirocca per il protocollo di sicurezza ottenuto a tempo di record, ad Antonio ed Aldo della Protezione Civile di Montecchio Maggiore per aver vegliato sulla serata ed infine all'amata Riccarda Silicani Ceccato per essersi ancora una volta fidata abbastanza da metterci a disposizione la sua splendida Villa, il giardino e le cucine.

Thank you Vertical per aver accompagnato la serata con il vostro funk. Confido di fare un corso d'inglese con voi a breve.

Alle persone che sono venute vorrei dunque volgere due parole, due di numero. Alla giovane poetessa che ci  ha dedicato una poesia, alla giovane donna che sogna di fare gioielli per una maison francese, a tutte quelle persone che si sono volte ai relatori con speranze ...  se ci credete fino in fondo ... se pensate che lottare per i propri sogni sia giusto ... se volete far girare le pale e le macine dei vostri mulini nei venti dell'innovazione ... fatelo!

e se trovate errori di italiano please,  ricordate che non è la mia lingua madre.

thea


www.activelanguages.eu
www.zamperla.com
www.vinnatur.org
www.vininaturali.it
www.esmach.it
www.grom.it
www.villaceccato.it
www.usobio.it
www.studiodeca.it
www.deca-associati.it

domenica 7 luglio 2013

Ready, steady, go.

Tre semplici parole per farmi ricordare come iniziavano le gare alle elementari. Un Sabato estivo a Vienna, con la brezza che soffiava sui nostri volti bambini,  piccole ed eleganti  divise inglesi per renderci uguali seppure ognuno diverso  e ognuna diversa tra noi.

Il Headmaster appoggiava alle labbra il fischietto del via ed eccoci infilarci nei sacchi di juta a correre  e saltare per vincere un gelato oppure con le caviglie legate tra noi e le braccia incrociate dietro alle nostre rispettive schiene... coppie di bambini ... a correre su "tre" di gambe per arrivare alla linea di confine tra la vittoria ed il secondo, terzo ma anche ultimo posto. A noi bambini non importava tanto il risultato quanto il desiderio di stare insieme, di ridere, di giocare e di portare a casa una medaglia di cartone uguale a  tutte le altre sebbene il sorriso che si estendeva sui nostri volti fosse il sorriso di molti mondi e di tanti trascorsi.

Ora siamo di nuovo a quella linea di partenza. Non quella disegnata con il gesso bianco sul prato della nostra infanzia bensì sulla linea di partenza della vita. Il nostro staff scalpita, chi ha lavorato con noi al sito nuovo aggiusta le ultime cose. I colori vanno bene, lo sfondo pure. Il nuovo logo è stupendo (parla dei nostri materiali didattici e della nostra passione per la cultura), l'illustrazione con le nostre caricature fa veramente sorridere però il messaggio che manda è chiaro! Chiaro come quel ricordo  della mia infanzia bambina quando i nostri occhi, a dispetto dei loro colori diversi,  parlavano un linguaggio comune.

Tutti per uno ed uno per tutti! Ready, steady, go! C'è un  pavimento di assi viola da percorrere .....









martedì 5 marzo 2013

Peanut-butter Cupcakes for a Peanut-butter Day




Peanut-butter Cupcakes con glassa al cioccolato oppure con glassa alle fragole

Per ottenere 16 cupcakes:
120 gr di burro di arachidi bio
40 gr di burro di soia a temperatura ambiente
100 gr di zucchero di canna
130 gr di fruttosio
2 uova sbattute
230 gr di farina bio
mezza bustina di lievito per dolci bio
mezzo baccello di vaniglia (tagliata nel verso lungo per rimuovere i semini ivi contenuti)
100 ml di latte bio oppure di latte di soia alla vaniglia

Per la glassa al cioccolato:
200 gr di cioccolato extra fondente da copertura
50 gr di burro di soia
gocce di cioccolato oppure arachidi a pezzettoni per decorare

Per la glassa alle fragole:
125 gr burro di soia
mezzo baccello di vaniglia (dalle quale avrete raschiato pochi semi quanto bastano per profumare il frosting)
un mezzo bicchiere di fragoline di bosco profumatissime
circa tre bicchieri di zucchero al velo vanigliato

 Riscaldare il forno a 190° C.

In una terrina impastare il burro morbido con il burro d'arachidi e tutto lo zucchero ed il fruttosio sino ad ottenere un impasto morbido senza grumi.

Aggiungere le 2 uova intere sbattute e i semi interni del mezzo baccello di vaniglia.

Setacciare la farina assieme al lievito e aggiungere il tutto  al composto aggiungendo il latte mano a mano che si mescola il tutto.

Versare a cucchiatate l'impsto ottenuto nei pirottini per i muffins/cupcakesed infornarli al 170° per circa 20 minuti (possibilmente in un forno ventilato).


Le due glasse (frosting(s) in inglese):
La prima al cioccolato viene preparata facendo fondere la cioccolata a bagnomaria assieme al burro.
La glassa alle fragoline di bosco va mescolato a freddo usando lo sbattitore per la panna per ottenere una crema ariosa e leggera.

domenica 17 febbraio 2013

Damascus



Ho pensato a lungo ai piatti che ho assaggiato in 48 anni, piatti adorati e piatti rifiutati.
Hanno preso il sopravvento quei ricordi di profumi e sapori che si mescolano a luoghi e volti, a persone amate e persone estranee incontrate per un frangente che però han saputo fare la differenza. Ricordi dei vivaci colori del mercato delle spezie al Souq Al-Hamidiyah di Damasco; quelle straordinarie torte arancioni, morbide come budini e  basse basse, cotte a legna in enormi teglie rotonde grandi, molto più grandi delle pizze nostrane e simbolo dei festeggiamenti notturni del Ramadan.
L'affascinante crepes flambé al Grand Marnier che si usa mangiare al lume di candela nei bistrot della Francia.
L'aglioso Tzaziki greco ed il  dolce alle mandorle che assomiglia ad un centrino ricamato in cotone marrone; Kataifi originario dalla Turchia,  il riscaldante Goulasch ungherese, la vera insalata russa (ma quella vera, quella russa), quello strano formaggio "Gudbrandsalsost" norvegese che si taglia con una raspetta e si mangia con la salsa ai mirtilli fatta in casa, la paella degustata a Barcellona, gli Cornish Scones con clotted cream, la Pumpkin Pie tradizionale a Samhain, i cioccolatini freschi del Belgio, gli gnocchi della domenica rigati uno ad uno dalla nonna,  la mozzarella di bufala mangiata in una calda giornata seduta sotto agli ulivi del Sud, il Chai Tea Latte di Starbucks, la mousse di castagne (antica ricetta di casa mia), il profumo dei piccioli dei pomidoro appena raccolti ed ancora caldi dal sole, la densa pasta e fasoi della mamma, la polenta morbida cotta nel "caldiero" sul fuoco a legna che spalmavo sul pane perché pensavo fosse una buona crema, la pizza di Vittorio che ha dipinto le pareti della sua pizzeria di azzurro con grandi nuvole paffute e le foto di Totò... e potrei continuare per ore e forse anche per giorni a scrivere, ricordare, tornare a fissare nei pensieri e nello sguardo tutte quelle pietanze viste, vissute, annusate, sentite, assaggiate, messe da parte, giocate con la forchetta, sbrodolate (eh sì perché a volte si fa anche questo), succhiate ed aspirate come gli Ziti al pomodoro fresco e basilico.
Vaniglia del Madagascar, cannella, anice stellato, chiodi di garofano, Sel de Guerande, Sale Rosa del Himalaya, pepe rosa in grani, boccioli di rosa, Rosa Damascena (tanto per restare in tema con la città di Damasco), curry, curcuma, origano, timo, erba ruta, erba luigia per condire e insaporire.
Mescolate, impastate, cucinate, stracotte, rovesciate, versate, salate troppo  o proprio mai salate, liquide, solide, cremose, budinose, cioccolatose, caramellose, marmellatose, grigliate, tostate, saltate, speziate, crude, cotte, in brodo, lessate, bruciate, biscottate, vegane, vegetariane, pescate, cacciate, bianche, rosse o verdi che fossero, dimenticate in ammollo per giorni, rimosse dal frigo con la muffa, scadute, fresche, raccolte dall'orto, surgelate, take-away, comprate al mercato.
La pietanza che tra tutte ricordo con un vero senso del desiderio proprio perché non l'ho mai potuta assaggiare è la Torta Medio Orientale di arance rosse ed è questa LA ricetta che ora ti scriverò e ti lascerò in custodia. Per ricordare un città che oramai più non c'è (ma questa missiva deve essere anche un augurio perché questa città ritrovi il suo antico splendore e che dalle moschee risuonino i richiami alla preghiera mentre bambine come me, straniere in terra straniera, possano nuovamente ricordare un fontana di mosaico e merletti bianchi ed blue piena di pesciolini rossi).
Ed ora, per ritornare al nostro Souq che fungeva da introduzione a questo breve racconto, all'olfatto pungolato dal profumo di arance rosse che mi giungeva dal mercato coperto di Damasco, alla vista curiosa ed allo stupore dinanzi ad una grande teglia rotonda dal diametro di almeno 50 cm, gialla ossia arancione come il sole, un sole immenso (a otto anni tutto sembra più grande) che brillava lucido e stuzzicante appoggiato sulle gambe incrociate di donne dagli occhi languidi di kajal, velate come lune parzialmente nascoste. Un sole che sorge a Giugno in una città  tra l'antico medio oriente ed il high-tech della modernità; ecco la ricetta...

Middle Eastern Orange Cake:

3 arance rosse bio
6 uova bio
250 grammi mandorle bianche (pelate)
180 grammi zucchero di canna o fruttosio
1 bustina lievito in polvere biologico

Scaldare il forno a 190° C.
Imburrare ed infarinare (solitamente uso la farina gialla) una tortiera rotonda dalla ampie dimensioni.

Mettere le arance (complete di buccia)  in un pentolino di acqua (l'acqua dovrà essere a filo della superficie delle arance).
Portare ad ebollizione e lasciare sobbollire a fuoco lento per un'ora circa (ricordarsi di coprire il pentolino con un coperchio in modo da non far evaporare l'acqua).





Tritare le mandorle nel blender e versarle in una grande terrina.  Aggiungere alle mandorle finemente tritate lo zucchero ed il lievito in polvere.







Prendere le arance "cotte" e metterle nel bicchiere di uguale blender versandoci anche le 6 uova a temperatura ambiente. Blend sino a quando avrete ottenuto una morbida crema dal colore rosso tarocco.






Versare quella solare crema nella terrina assieme alle mandorle, allo zucchero ed al lievito e mescolare delicatamente con un cucchiaio di legno.








Il composto così ottenuto va versato nella tortiera ed infornato per almeno 30 minuti.








Pan di stelle in versione araba



Panditorta con mandorle bianche e scagliette di mandorla bianca

Le fette di torta possono essere servite con un cucchiaio di yoghurt greco, due cubetti di arancia candita ed una goccia di miele per decorare



oppure con scagliette di mandorle, yoghurt greco, crema di arance fatta i casa ed un cucchiaio di malto mandorla.

Se invece preferite servire i muffins (sempre che i gattini di casa non se li siano mangiati durante la notte mentre dormivate)


muffins decorati con un cucchiaino di yoghurt greco e mandorle amare


oppure con l'aggiunta di sciroppo d'acero, yoghurt greco e scaglie di mandorle bianche.


































sabato 16 febbraio 2013

Middle Eastern Orange Cake

Premessa al preludio....la nostra torta dovrà assomigliare a questa




torta di arance e mandorle (ottima anche per i vegetariani e gluten free). Dolce tipico medio orientale, tradizionalmente consumato durante i festeggiamenti del Ramadan.

Riusciremo a realizzarla passo a passo?

Intanto condivido che la casa profuma intensamente di arance (le sto lessando a fuoco lento ed ogni nuvoletta di vapore che fugge da sotto al coperchio  porta con se gocce profumate). Se chiudo gli occhi potrei essere a Capri immersa tra limoni ed aranci in fiore.

Images of Damascus and the Al-Hamidiyah Souq





















giovedì 7 febbraio 2013

A giant Cupcake for a cool Birthday Party

 

Il 7 Febbraio è sempre un giorno speciale nella nostra famiglia. E' un giorno di festa perché mio figlio compie gli anni.  Oggi  27 anni fa nevicava, oggi oggi invece splende il sole e con i raggi che obliquamente entrano dalla finestra  riversandosi sui festoni e sulle stelle filanti che pendono alle pareti vi scrivo questa ricetta per il Giant Cupcake che spero di riuscire a preparare questa sera.

27 years ago today it was snowing.....today I'd like to share this Giant Cupcake recipe with you:
 
 
 
Ingredients for the  GIANT Cupcake:

450g softened butter
450g caster sugar
8 large happy eggs (ovvero da agricoltura biologica)
450g flour
2 level tsp baking powder (una bustina di liveito per dolci bio)
2 tsp of vanilla (seeds extracted from vanilla pods)
3 tbsp whole milk or cream

a Giant cupcake tin


For the buttercream topping:
110g unsalted butter, softened
500g icing sugar (il nostrano zucchero al velo)
60ml milk, room temperature
1tsp vanilla extract
Food colouring and eventually some jam if you desire.


For the Cupcake
Set the oven to 180ºC and grease the giant cup cake mould.
First beat the sugar, butter and vanilla until smooth, then gradually add the beaten eggs, flour and baking powder. Mix well until  the mixture is smooth.
Place half of the mixture in each side of your mold to about ¾ full, baking time vary from 50 mins - 1 hour 15 mins depending on your oven, you know your cake is done when it is springy to touch.

Once cooked allow it to cool for 20 minutes before tipping out. If the cake has risen over the mould it is easy to trim with a bread knife whilst in the tin before you tip it out.
Hold the cooling rack tight on top of the moulds and turn them out, it is best to leave them for another hour or two until totally cool and settled.

The Topping
Beat the butter, icing sugar, milk and vanilla together in a bowl until light and fluffy. If you wish to add coloring then do that now.
Sandwhich the two sections of your giant cupcake together using either just buttercream, or jam and buttercream.  Sandwich the sections together by adding enough filling to unite them tightly.
 

martedì 29 gennaio 2013

pink grapefruit and cinnamon loaf





Una torta fatta tutta con le cose che ho trovato in cucina ieri pomeriggio quando mi sono concessa un pomeriggio di pausa dal lavoro.  Ecco cosa ho trovato nel fridge, nella dispensa e tra la frutta!

300 gr di farina di farro bianco
  50 gr farina di manitoba
1 bustina di lievito per dolci bio
un pizzico di sale
qualche cucchiaio di miele millefiori di montagna
150 gr burro di soia
2 uova intere
1 pompelmo rosa
abbondante cannella
arancini canditi


Lascio fondere il burro di soia sulla stufa prestando attenzione che esso non si scaldi troppo altrimenti rischierei di rovinare il pane dolce.
Nel mentre mescolo le due farine, la bustina di lievito bio, il pinch of salt ed aggiungo il burro appena fuso e le due uova. Usando un frustino da cucina sbatto il tutto energicamente aggiungendo il miele, il succo appena spremuto del pompelmo rosa ed infine, una volta ottenuta una morbida crema, l'abbondante cannella in polvere.
Verso il tutto nella bella forma che mi piace tante (acquistata a New York  un anno fa quando ci tornai con tutta la mia famiglia - viaggio memorabile). Livello l'impasto e ci spruzzo sopra una o due manciate di arancini canditi.
Ecco fatto, la mia cake made from scratch finisce in forno mentre io provo una profonda sensazione di pace.

Se soffiasse il vento forte del Nord e se scrosciasse l'oceano Atlantico portando con se il profumo di alghe e di sel gris de Guérande potrei quasi credere di essere a casa.
Thea








mercoledì 23 gennaio 2013

National Pie Day una sorpresa lunga una giornata ....


Pies, Pies Crusts, Pasta Brisée, Phyllo Pastry, Spanakopita and much more...

tranne che per il greco, le altre ricette le ho messe nella loro lingua di origine...divertitevi...have fun!

Breakfast:

Blueberry Rhubarb Pie
makes three pies

for pastry:
2 cups AP flour
1/4 tspn salt
2/3 cups butter, cold
6-7 Tbspn ice cold water

for filling:
12 oz. rhubarb, chopped into small, 1/2" chunks
1 lb. blueberries
freshly grated zest of 1 orange
3 Tbspn orange juice
1/2 cup (100 gr) sugar
4 Tbspn corn starch
1 egg yolk
1 Tbspn heavy cream, and more for serving
turbinado sugar

1. Combine the flour and salt in a bowl.
2. Using a pastry cutter, cut the cold butter into the flour, until the size of small peas.
3. Gradually add the water, 1 Tbspn at a time until, when you press the dough between your fingers, it holds together. Do not overmix!
4. Wrap the dough in parchment paper or plastic wrap and chill for at least 1 hour.
5. Preheat oven to 400 degrees F.
6. Remove the dough from the refrigerator and roll it out, about 1/8" thick. Place dough into the pie plates (preferably springform), reserving the leftover dough for the lattice top. Keep the prepared dough cold.
7. To prepare the filling, combine the chopped rhubarb, blueberries, orange zest and juice, granulated sugar, and corn starch in a bowl.
8. Spoon the filling into the pie crusts. Top with cut strips of pastry.
9. Whisk together the egg yolk and 1 Tbspn of heavy cream. Brush the egg wash lightly over the lattice crust. Sprinkle generously with turbinado sugar.
10. Bake for 400 degrees F for about 45 minutes. If the tops start to get brown, around 30 minutes, place a layer of foil over the pies and continue to bake until the rhubarb is cooked through.
11. Remove and let cool. Serve with a splash of heavy cream.



Lunch:

Spankopita : dal Greco Spana (spinaci) - Pita (torta )
1 kg di spinaci freschi
250 gr. di feta
3 uova piccole oppure 2 grandi
100gr. di burro oppure olio evo
una mazzetto di cipollotti freschi
una confezione di pasta *phyllo circa 8 fogli

Pulire gli spinaci e cuocerli al vapore, metterli in una ciotola e farli raffreddare.

Unire agli spinaci, i cipollotti affettati, la feta sbriciolata, le uova sbattute.

Spennellare di burro fuso una teglia da forno, rivestire con un foglio di pasta *phyllo e spennellare di burro fuso, ripetere l’operazione per tre o quattro volte, quindi metetre il ripieno, e ricoprire di 3 o 4 foglio di pasta phillo, ricordandosi di spennellare abbondanetmente con il burro fuso tra foglio e foglio.

Con un lama molto affilata, praticare sulla superficie della torta delle incisioni non troppo profonde, formando dei rombi.

Cuocere in forno caldo a 180° per circa 40 minuti.

*Per chi ha un pò più di tempo da trascorrere in cucina, ecco la ricetta per la phyllo pastry:

: Pasta fillo fatta in casa

Ingredienti

250 grammi di farina manitoba
110 grammi di acqua
20 grammi di olio
1 pizzico di sale

Impastare tutti gli ingredienti ivi indicati a mano oppure con l'aiuto di un robot da cucina sino ad ottenere  un composto sbriciolato. Impastarlo ancora con le mani per formare una palla e metterla a riposare tra due piatti caldi per un paio di ore, minimo 30 minuti se andate di fretta.

Prelevate la palla lucida e ben elastica e stendetela, con il mattarello o con la macchina per la sfoglia.Essendo la  pasta phyllo molto sottile, trasparente ed elastica (come avevo già detto) difficilmente si bucherà  mentre la si manipola.



Dinner:

Ingrédients pour 1 quiche :
1 pâte brisée
250 g de poitrine de porc fumée
3 œufs entiers
2 jaunes d’œufs
25 à 50 cl de crème fraîche épaisse
muscade
poivre noir

Quiche Lorraine

Préchauffer le four à 200°C (thermostat 3-4).
Déposer la pâte brisée dans un moule à tarte préalablement beurré. Badigeonner la pâte dans le fond du moule avec du jaune d’œuf et percer des petits trous dans la pâte avec une fourchette, pour éviter qu’elle ne lève. Enfourner et laisser cuire entre 5 et 10 minutes à four chaud.
Débiter la poitrine de porc en petits cubes, en prenant soin de retirer la couenne et les cartilages. Faire blanchir les lardons en les plongeant 3 minutes dans de l’eau bouillante. Égoutter.
Déposer la couenne dans une poêle chaude et laisser la graisse fondre à feu vif. Ajouter les lardons dans la poêle et les laisser revenir 2 à 3 minutes, en prenant soin de ne pas les laisser colorer. Égoutter encore.
Dans un grand bol, battre ensemble les œufs et la crème. Ajouter de la muscade fraîchement râpée. Mélanger le tout au fouet, de manière à obtenir un mélange homogène et légèrement mousseux. Poivrer mais saler peu car le lard l’est déjà suffisamment.
Dans le fond de pâte précuit, répartir les lardons. Recouvrir avec les œufs battus, sans monter jusqu’au bord, car la quiche va légèrement gonfler à la cuisson. Enfourner et cuire pendant 20 à 30 minutes à four chaud. Pointer un couteau au milieu de la quiche. S’il ressort propre c’est que la quiche est prête. Le dessus doit être joliment coloré.
Laisser refroidir la quiche dans son plat. Servir tiède, accompagné d’une salade verte de saison.
Attention : ne salez pas trop, car le lard l’est déjà suffisamment ! Blanchir et précuire les lardons n’est pas nécessaire : vous pouvez les ajouter directement.

Pour varier

Cette recette est facile à adapter selon le contenu de votre frigo : tout est permis. Comme cela se fait souvent, vous pouvez parsemer votre fond de tarte de 100 à 200 g d’emmental râpé : il s’agit d’une variante, car le fromage ne fait pas partie de la recette traditionnelle.