sabato 24 dicembre 2011

La Magica Notte di Natale by Clement C. Moore















Vi voglio raccontare una storia che mi accade qualche tempo fa. Voi non ci crederete, ma io vi assicuro che andò proprio così, come ora vi dico. Era notte, la magica notte di Natale, e la casa intera dormiva quieta. Le calze, appesa in bell'ordine al camino, aspettavano che Babbo Natale arrivasse, col suo sacco in spalla, a riempirle di dolci e di regali.

I bambini erano andati a letto presto senza fare capricci e dormivano già da un pezzo, rannicchiati al calduccio sotto le coperte. Chissà, forse stavano sognango i giocattoli ed i dolci che al risveglio avrebbero trovato.

Anche mamma ed io stavamo pre andare a dormire, stanchi dopo una lunga giornata di lavoro.

Ma all'improvviso, dal giardino di fronte alla casa venne un rumore. Corsi ala finestra per vedere cosa fosse e aprii le imposte. I pallidi raggi della Luna facevano brillare di mille riverberi il prato imbiancato di neve.

E, nella notte rischiarata dalla Luna, vidi qualcosa di veramente straordinario: una slitta tutta colorata che pareva una balocco, tirata da otto renne e guidata proprio da lui, da Babbo Natale in persona! Lieve ed aggrazziata, la slitta si alzò in aria come sopra un sentiero innevato.

"Forza, Bella! Al galoppo, Stella! Su, fin sopra il tetto!" Chiamandole per nome, l'arzillo vecchietto incitava le renne e le guidava ora di qua ora di là, come seguendo una strada invisibile tracciata nel cielo.

Mi domandai se fosse un sogno, chiusi gli occhi stretti stretti...

...e quando li riaprii vidi le renne che, leggere come foglie portate da un mulinello di vento, si fermavano sopra il tetto della nostra casa.

Babbo Natale stava venendo giù per il camino.

Io scesi le scale, pian pianino per non svegliare nessuno, e lui era già lì, col suo bell'abito rosso e bianco tutto macchiato di fuliggine e la barba candida spruzzata di cenere. In spalla, si era caricato un gran sacco, così colmo che pareva dovesse scoppiare.

Che viso allegro! Aveva due occhietti vispi e sorridenti, due guance rubiconde, un naso a ciliegia ed una barba bianca come la neve che gli scendeva fino al petto. Teneva in bocca una pipa e sopra il suo capo si alzavano anelli di fumo profumato. Aveva un pancione tondo e grasso, che ballava quando rideva. Soltanto a guardarlo metteva allegria, esenza volerlo, io scoppiai in una risata.

Lui sorrise, mi fece cenno col capo e poi riprese il suo lavoro. Riempi una per una tutte le calze e, quando ebbe finito, si voltò a farmi l'occhiolino prima di sparire, lesto come uno scoiattolo, su per il camino.

Saltò sulla slitta, fischiò alle renne e, sventolando la mano in segno di saluto, si allontanò nel cielo, sotto il mio sguardo meravigliato.

E prima di sparire si voltò per un ultimo saluto:

"Buon Natale! Buon Natale a tutti!"












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