tra qualche giorno l'equinozio Alban Elfed segnerà la fine dell'estate e l'arrivo delle lunghe notti. i fiori di topinambur che oggi ancora pitturano di giallo le nostre campagne presto lascieranno il posto ai lampioncini arancioni degli alchechengi. lentamente la natura si prepara al lungo sonno e come persefone ritorna all'oscurità.
i bardi risalivano le colline per accendere fuochi propiziatori attorno ai quali si raccoglievano le genti. chi per ringraziare l'abbondante raccolto, chi per scongiurare un'inverno troppo rigido, chi per raccontare le prime storie che avrebbero accompagnato il lungo ritiro.
era un tempo di riflessione questo, un tempo di quiete e di silenzio dopo il duro lavoro estivo. il sole si sarebbe addormentato in un cielo quasi ghiacciato, i suoi raggi sarebbero apparsi chiari e stanchi mentre la luna e le stelle avrebbero vegliato su di lui.
la casa prendeva colore; le finestre aperte sui tramonti rosati illuminavano tutto di un dolce tepore. zucche e pannocchie trovavano il loro spazio tra gli oggetti di uso comune, una ghirlanda di fieno e margherite pendeva alla porta d'ingresso a dare il benvenuto all'inverno che presto avrebbe fatto ingresso.
qualcuno faceva una bambolina di grano a rappresentare l'ultimo degli ultimi raccolti, l'ultimo covone posto a riparo. la bambola veniva appesa in casa oppure ad un albero vicino ai campi dove essa avrebbe "protetto" le messi a venire.
il cielo si faceva scuro e tempestoso, il vento iniziava a soffiare freddo ed i bardi raccontavano le loro poesie di eroi e di verità.
Felice Autunno,
Clabhsor
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